Talvolta ci focalizziamo soltanto sulle situazioni che ci circondano pensando a come cambiarle per renderle più favorevoli, o meglio… Chiediamo a Dio di farlo, consapevoli del fatto che da soli probabilmente non ci riusciremmo e aspettiamo con ansia una sua risposta. Nella lunga attesa continuiamo a chiederci il perché di determinati eventi e perché Dio li permetta, senza considerare che, forse, gli unici che devono subire dei cambiamenti siamo noi stessi.
Il Signore, infatti, si usa dei momenti di difficoltà della nostra vita per affinare il nostro carattere, ( la parte esteriore della meravigliosa personalità che Lui ci ha donato) e per farci riflettere su alcuni aspetti che non avevamo considerato prima. Perciò dovremmo chiederGli di modellarci e di aiutarci a vedere come Lui vedrebbe al posto nostro; il cambiamento parte dall’interno, da noi stessi e piano piano si espande verso l’esterno.
“Dio non cambia le situazioni, cambia il nostro modo di vederle”: questa la frase da cui è nato questo spunto, citata in testimonianza dalla moglie del fratello Crapanzano, ospite il 28/09/2019 al raduno campistico tenutosi al Palafanticini di Reggio Emilia. Lo studio biblico della mattina è stato incentrato sulla lettera di Paolo ai Romani al capitolo 8. Il relatore si è soffermato particolarmente sulla figura del figlio, il quale, essendo tale, è pure erede delle promesse di Cristo. Coloro che sono figli di Dio hanno il diritto di ricevere dal Padre la loro eredità e quale eredità più grande delle promesse di Dio e del suo amore?
In quanto eredi, dobbiamo confidare nella fedeltà del nostro Padre Celeste e credere che a suo tempo (il quale è perfetto per ognuno di noi) riceveremo l’eredità che ci spetta…sta solamente a noi accettare questa incredibile e immeritata grazia.
Il testo biblico di riferimento per quanto riguarda il culto pomeridiano è stato 1Re cap. 22.
Il fratello Crapanzano ha espresso un messaggio di esortazione e di incoraggiamento ad udire ed ascoltare il consiglio di Dio per la nostra vita e a riconoscerLo in tutte le nostre vie. Ognuno di noi deve sentirsi privilegiato ed onorato di far parte della grande “famiglia” spirituale che il Signore ci ha elargito e, cosa più importante, nessuno deve sentirsi sminuito perché davanti a Dio ed alla Sua giustizia non ci sono servizi più o meno importanti, ma ogni compito (piccolo o grande che sia) coopera allo sviluppo e all’avanzamento dell’incontrastabile opera di Dio.
Quindi non scoraggiamoci, non perdiamoci d’animo, ma in ogni cosa riconosciamo Gesù come Sovrano nella nostra vita, sforzandoci di essere sempre più attenti ai Suoi consigli e più sensibili davanti alla Sua Parola.