Sono il fratello Joseph; mia moglie ed io siamo originari della Costa d’Avorio (Africa). Quando avevo 8 anni, un gruppo di missionari cristiani venne nel mio villaggio per un’evangelizzazione. Alla conclusione della loro predica invitarono tutti coloro che desideravano accettare Gesù nella loro vita ad avvicinarsi per una preghiera. Senza esitare, mi avvicinai, pregarono per me ed accettai Gesù nella mia vita.
Ritornando a casa ero felice, tuttavia non annunciai la notizia ai miei genitori poiché immaginavo la loro disapprovazione nei miei confronti. Questo successe il giorno seguente quando il pastore del villaggio venne dai miei genitori a far conoscere la mia decisione. La notizia provocò un vero scandalo familiare. La mia fede in quel momento non era affermata nel Signore e così tornai a credere a quello che mi era stato insegnato dai miei genitori. Vissi la vita di un giovane qualsiasi, senza la conoscenza di Dio, con amicizie sbagliate e frequentando discoteche. Il modello di vita che seguivo era quello di uno dei miei fratelli maggiori; anche lui studente e amante del ballo e della musica africana.
Quando iniziai il liceo, per motivi di distanza e comodità, scelsi di sfruttare la mia borsa di studio governativo abitando nel “campus”; un quartiere residenziale con mensa e biblioteca per soli studenti. In Costa d’Avorio ogni liceo ed università ha il suo “campus”, dentro il quale gli studenti si organizzano in funzione del proprio credo. Approfittai di questa opportunità per frequentare un gruppo di credenti. Sebbene fossi conscio che il credo dei miei genitori era falso, non riuscivo ad abbandonarlo. Dentro di me però, una voce mi invitava a cercare sempre il vero Dio. Prima di continuare questa testimonianza, vorrei ricordare che la religione in cui credevano i miei genitori era l’animismo che è una forma primitiva di religiosità basata sull’attribuzione di un’ anima a fenomeni naturali, agli esseri viventi ed anche agli oggetti, in special modo a tutto ciò che circonda la nostra vita ed è essenziale per la nostra sopravvivenza. Tutto ciò viene riconosciuto come animato e progressivamente associato a forme di venerazione da cui si crede possa dipendere la buona riuscita delle azioni quotidiane. Dietro questa pratica c’è una forza magica, direi diabolica.
Alla luce dei buoni risultati scolastici ottenuti da me e dai miei fratelli, nostro padre ci mise sotto la protezione di un mago per sfuggire ad ogni sorta di incantesimo malefico che sarebbe potuto ricadere su di noi con conseguenze dannose sulle nostre prestazioni o addirittura provocandoci la morte fisica. Vorrei ricordare che delle situazioni simili succedevano spesso; alcuni studenti meno bravi, per motivi di gelosia contattavano maghi o preti appartenenti a sette per aggravare i più bravi ed addirittura attentare misticamente alla loro vita. Posso confermare che durante questo periodo non avevo fatto una vera esperienza con Gesù. La prova è che mi affidai completamente al mago e ai suoi amuleti.
Pensavo dunque di essere protetto da questa religione; non cercavo sinceramente Dio e così neanche la socializzazione dei credenti del “campus” ebbe un vero impatto sulla mia vita.
La mia preoccupazione fu grande quando, secondo il mago, l’abbandono delle sue pozioni e dei suoi idoli, avrebbe provocato insuccesso scolastico o morte; proprio ciò che mi faceva più paura. Durante le vacanze d’agosto 1987 una mia vicina di quartiere, una ragazza di venti anni morì tragicamente. Mi recai al suo funerale e un giovane accanto a me disse: “Se lei avesse accettato Gesù nella sua vita, oggi sarebbe in paradiso”. Queste parole attirarono la mia attenzione. Mi avvicinai a lui per fargli delle domande. Per me era l’occasione giusta: non ero più nel totale dominio dei miei genitori perché ero maggiorenne. Inoltre ero talmente tormentato dall’idea della morte che non riuscivo ad addormentarmi la notte. N’cho, così si chiamava il ragazzo che mi fissò un appuntamento per il giorno dopo durante il quale mi presentò Gesù, la salvezza e la vita eterna in Lui. Attraverso il suo messaggio, trovai la soluzione alla mia preoccupazione infatti colui che accetta Gesù avrà la vita eterna. Due giorni dopo andai in un’altra città della Costa D’Avorio dove trovai mio cugino Denis, già convertito. Insieme a lui iniziai a frequentare la comunità cristiana tramite la quale Gesù mi liberò totalmente dalla paura della morte e dalla falsa idolatria. In seguito fui battezzato in acqua e in Spirito Santo testimoniando che Gesù è il mio personale salvatore.
Mio fratello maggiore, da cui abitavo durante le vacanze, non conosceva il Signore. Quando egli iniziò a lavorare come “gendarme”(carabiniere in Italia), mio padre l’aveva sottoposto a una protezione magica più complessa: nessuna pallottola poteva penetrare il suo corpo e in caso di alta pericolosità, egli aveva la facoltà di rendersi invisibile. Vorrei precisare che i fatti narrati, sono veri e li ho visti con i miei occhi. Questa protezione lo spingeva ad essere più orgoglioso ed incredulo. Un giorno, mio fratello si ammalò: soffriva di una debolezza fisica con perdita di peso. I medici non riuscivano a diagnosticare la causa della sua malattia. Il suo cuore molto duro alla parola, iniziò così ad ammorbidirsi. Portai in chiesa come richiesta di preghiera la sua guarigione. Nel frequentare il culto insieme a me accettò Gesù come il suo personale Salvatore. Mio fratello più grande portò in chiesa i suoi talismani e profumi magici per bruciarli. Egli ritrovò completamente la sua forza fisica. La sua salvezza edificò molto la mia fede cristiana confermando che Gesù salva, libera, sana e protegge.
Ringrazio il Signore di come mi ha salvato, liberato dalla falsa dottrina e salvato il resto della mia famiglia.