“Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salì alla casa del Signore, e la spiegò davanti al Signore.” (Isaia 37:14)
Questo fu il modo in cui Ezechia rimise i suoi problemi nelle mani del Signore. Egli non poteva fare nulla, quindi affidò ogni cosa a Dio. Questa è la cosa più giusta da fare anche quando pensiamo di essere noi in grado di gestire i problemi. Abbiamo tutti le nostre ansietà. Può trattarsi di un problema di lavoro, di una tentazione o di una serie di circostanze che ci scoraggiano.
Qual è il nostro dovere? Quale è il nostro privilegio? Se realmente abbiamo fiducia in Dio, allora possiamo portare i nostri problemi direttamente a Lui. Possiamo gettare sul Signore il nostro peso. L’apostolo Paolo suggerisce di lasciare a Dio tutte le nostre ansietà ,a questo proposito scrive: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti e la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”.
Portiamo dunque ai piedi del Signore i vasi rotti delle nostre esperienze. Smettiamo di risolvere i nostri problemi secondo la logica umana, ricorrendo a Dio soltanto come a una soluzione estrema, quando tutti gli altri tentativi sono stati provati. La qualità della nostra vita spirituale è definita dall’entità del nostro rapporto con Dio. Perciò non temiamo di poggiare la nostra vita sull’ aiuto divino perché è Dio stesso che ci esorta a ricorrere sempre a Lui e di confidare nel Suo intervento propizio e soprannaturale.